
Parco Archeologico del Colosseo - Domus Aurea
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L’imperatore Nerone fece costruire per sé e la sua famiglia, a partire dal 64 d.C., un enorme palazzo, così grande e sfarzoso da sembrare la reggia di un re, e fu chiamata Domus Aurea.
Progettata dagli architetti Severus e Celer e decorata dal pittore Fabullus, la reggia era costituita da tanti edifici separati da giardini, boschi e vigne e da un lago artificiale, situato nella valle dove oggi sorge il Colosseo. I nuclei principali del palazzo si trovavano sul Palatino e sul colle Oppio ed erano celebri per la sontuosa decorazione a stucchi, pitture e marmi colorati a cui si aggiungevano rivestimenti in oro e pietre preziose. L’enorme complesso comprendeva, tra l’altro, bagni con acqua normale e sulfurea, diverse sale per banchetti, tra cui la famosa coenatio rotunda, che ruotava su sé stessa, e un enorme vestibolo che ospitava la statua colossale dell’imperatore nelle vesti del dio Sole.
Dopo la morte di Nerone (68 d.C.) i suoi successori vollero cancellare ogni traccia dell’imperatore e del suo palazzo. I lussuosi saloni vennero privati dei rivestimenti e dell’arredo scultoreo e riempiti di terra fino alle volte per essere utilizzati come sostruzioni per altri edifici, come nel caso delle Terme di Tito e Traiano sul colle Oppio.
Per questo motivo, tutti gli ambienti probabilmente destinati a feste e banchetti rimasero sconosciuti sino al Rinascimento. In quel periodo alcuni artisti famosi, come Pinturicchio, Ghirlandaio e Raffaello, appassionati di storia e archeologia, calandosi nei pozzi aperti nelle volte delle sale scoprirono in queste grotte pareti e soffitti magnificamente affrescati, di cui copiarono stile e figure creando così il genere della “pittura a grottesche”, una reinterpretazione ammirata e in chiave fantasiosa dei motivi decorativi più ricercati della pittura romana

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